giovedì 31 dicembre 2009

MINUTA MINUTA



Munito di un minuto
timone, minato da un minuto
di tempo do una manata
ed un monito alle menate
di una minuta minuta,
datami da una manuta,
munita di una mitena minata.

Una
moneta diminuita
per dei metoni di metano
fanno di un mutone mutato
tanti motoni mutini
di un antico mitone
che vive per metà mete
lungo le matine apule.


_______
Come dire menate in un minuto.



Manitù, direte voi! Io, invece, dirò che questa è una paronomasia quasi completa (ringrazio le tre consonanti MNT così tanto ispiratrici) che mi fa chiudere l'anno facendo la mia solita figura... retorica.
Un colpo di testa... e due dita con il colpo in canna che ospitano il grilletto parlante che fa cucù al mio post numero 99. Prometto che con il centesimo, aprirò l'anno.

Auguri a tutti voi.

mercoledì 30 dicembre 2009

FRANCESCO GUCCINI - Il Tema






Il Tema


Un anno è andato via della mia vita,
già vedo danzar l'altro che passerà.
Cantare il tempo andato sarà il mio tema
perché negli anni uguale sempre è il problema:

e dirò sempre le stesse cose
viste sotto mille angoli diversi,
cercherò i minuti, le ore, i giorni, i mesi,
gli anni, i visi che si sono persi,
canterò soltanto il tempo...

Ed ora dove sei tu che sapevi ridare ai giorni
e ai mesi un qualche senso.
La giostra dei miei simboli fluisce uguale
per trarre anche dal male qualche compenso:

e dirò di pietre consumate,
di città finite, morte sensazioni,

racconterò le mie visioni spente
di fantasmi e gente lungo le stagioni

e canterò soltanto il tempo...

E via, e via, e via parole vane
che scivolano piane dalle chitarre
e se ne vanno e vibrano, non resta niente,
un suono che si sente e poi scompare...

E sono qui sempre le stesse cose
viste sotto mille angoli diversi,
e cercherò i minuti, le ore, i giorni, i mesi,
gli anni, i visi che si sono persi,
e canterò soltanto il tempo...

domenica 27 dicembre 2009

DI DIRE DI DICO



Dialogo dianzi dichiarando diete differenti.
Difficile digerire disappetendo
disparati distrofie disturbate; dico divertito:
“Divoro diagnosi difettose diffamando
diffusi digiuni”. Dilungo dimenticando
di dimettere dimostrate dipendenze
dirette di digerente difettoso: Disfatta!
Diletto diligente; disilluso dico discorsi di Dio,
disertando disinvolto disopra-disotto.
Disorientato dispero. Divario divertito
dividendo differenti discussioni
diffamanti... Diffido dignità! Dilungo difilato
di diritto disciplinato, discutendo disfatte
disgustose.

Di dire “di” dispero; disinvolto

dispongo distinte divagazione,
diversi di di dì
diversi.
Difatti dirò: «digiuno dimesso

disappunti disonoranti, disponendo
disinvolto disordine disperato».
Dispiace dispensare disoneste dicerie.
Dissolvo distaccandomi: disturbi diuretici,
dialoghi difettosi, diatesi dichiarate, differenze
digestive, distici distratti, di di dicendo...



_________
Dunque... ditemi di diete disintossicanti.


sabato 19 dicembre 2009

AD HONOREM DEL VERO



Al t_errorista balbettante.
Coraggio... basta premere il grilletto sulla camarilla
per farci liberare un Deo Gratias.
Depuraci dagli indegni, dai politici arroganti
dai finanzieri pregni, dai vescovi pedofili, dai tanti santi
e l’encomio trionferà incisivo.
(Lunga pausa ... ... ... estasiante)

Ma la sua escort-entraineuse
deve proprio essere sovrana nell’equità,
per nascondere la debolezza all’incontinenza.
E poi, non sapevi,
che la tua continua abnegazione anarchica
porta alla foruncolosi?!?
Ci sei anche tu sull’antica galea
con gli occhiali scuri da killer imberbe e luetico.
La cancrena della corruzione
colpisce anche i carnefici.
(Coincidenza ... ... ... d’intenti)

La curia debutta con un nuovo Papa,
decade così la lapidazione a raffica.
Esulterà la bomba con il suo carillon
e tutt'intorno un solo pezzo duomo.
Ci ritroveremo per un attimo
nello stesso carnaio e ad honorem
verrà dato l’imprimatur.

domenica 13 dicembre 2009

Ordinali con i Cardinali



Secondo Pio IX
il primo quarto
della decima
di un secondino
è uguale al sedicesimo
(di un settimino
come Ottavio)
rilegato con un quartino
in più in mezzo.



_______
Quanto è importante avere i numeri giusti al posto giusto nel momento giusto, nella vita?! Che poi pensandoci bene, più che della vita di un secondino, mi interessa la vita (seni, fianchi, ...) di una secondina: 90-60-90!

Rivedendo questi tre numeri (serie di Fibonazza, sich!) a questo punto nasce spontanea una domanda: se nell'immaginario maschile il topos della Bellezza femminile viene espresso con tre numeri 90-60-90 (in rapporto aureo tra di loro 2:3), esiste nell'immaginario femminile un altrettanto topos di Bellezza maschile espresso in numeri? E spero che non sia uno solo numero il valore di un uomo.
Ma qui non si sta parlando più del mondo matematico ma del Fisico.



C'è del vero nel risultato ottenuto nell'equazione riportata all'inizio del post? Qualcuno sa risolvere questo eccelso rompicacpo di MetaMateMatica senza perdere il lume della ragione? È 2:1 il risultato del valore del numero maschile: 2 donne per un uomo? La risposta è Phi (1:a=a:b)?!

sabato 5 dicembre 2009

ADORATI FIGLI


Che ragazzini sti due - “Greenhouse gas friendly transort - Photo by Gazza”



E vi porterò con me
in un mondo incantato
libererò i vostri perché
dalle mie parole e da tutto quello
che non vi ho dato.

E saprò ripartire con voi
ogni volta con più energia
vi darò la pioggia, il mare, i monti,

le stelle e la pazzia.


E dovrò anche dirvi
che Dio vi assomiglia
senza lacerare il vostro credo,
dacché, oltre all'Arte, è solo l’amore
l’unica vera Meraviglia.

E vi parlerò delle ignobili regole
che stanno distruggendo il mondo,
per sigillare per sempre
le botole
del dire e del fare inverecondo.

E vi spiegherò cose per non farvi convincere
che una idea anche se diversa o ingiusta
non deve essere punita con il carcere,
con le torture o con la frusta,
e peggio ancora con la pena di morte.

Da sempre “vivere è decidere” anche se si erra
su questa straordinaria e difficile Terra.

Lascerò però a voi capire cosa vi riserva il futuro

perché a un certo punto, sarete voi a doverlo vivere.

mercoledì 25 novembre 2009

ETERNITÀ



E la pazzia e l’angoscia d’un colpo
mi trasportano lontano dentro un sogno.
Già ringhia l’immenso e incalza feroce
sui lunghi orizzonti
dell’eterna eco dei voli.
L’impenetrabile rifugio della vita
sfugge ai ricordi legati alla memoria
e ne sgrana il rosario interminabile
dilaniando barriere umane.

E nella profondità abitata
l’inspiegabile essenza delle cose
scricchiola paurosa nelle carni
come un arco di cerchio
trilla per il teso legame
in cui tutto nasce e muore.

venerdì 20 novembre 2009

AMI AMA DRE


Banco del Mutuo Soccorso - R.I.P.



Madre ti cerco nei miei ricordi,
madre che accechi i miei dolori,
madre che rievochi i miei pensieri,
resta con la mia mente, vicina
allo sguardo del tuo vuoto, serena
nella tua morte disumana, lontana
dal triste ritmo della vita.
Ascolta.

Mamma accarezzami ancora il capo mite
e strillami le tue antiche preghiere
in questo Vecchio giorno di novembre.
Mi resta solo la tua esuberanza,
la tua giocosa apparenza, il tuo calore materno,
i tuoi occhi infiammati di cielo infinito,
le tue carezze eterne, il tuo dolore...
il tuo amore.
Ascolta.



_________
Requiescat in pace.

giovedì 19 novembre 2009

LA CERTEZZA DI UN SORRISO*



Non posso non guardare
i tuoi occhi che mi fissano,
gridano aiuto, stai malissimo.
Non posso non vedere
il tuo mancato sorriso
nella mia coscienza,
tu, che ne stai senza.
Non posso ingannarti
non devo far finta,
tu hai bisogno della mia forza
della mia spinta,
del mio aiuto, franco.
Tu, così forte, ma stanco
tu, triste e abbandonato
tu, solo... senza niente,
senza più preziose lacrime
da piangere perché l’acqua ti manca.

Nei tuoi occhi sale l’urlo antico
di una Madre affranta
derisa dai suoi stessi figli, tanti,
sparsi nel Mondo come conigli
e uccisi senza vergogna
da infami governi
di uomini infanti...
stessi figli, ma vermi!
Dove tutto già muore,
voi... distruggete villaggi,
ponti. Basta infermi!
Basta mine... costruiamo fiducia,
doniamo, doniamo amore,
doniamo sorrisi,
pozzi... speranza
in abbondanza.


___________________
TU. PER FARLI SORRIDERE TUTTI! **


* La certezza di un sorriso
Slogan che io e altri miei collaboratori progettammo a favore dell'Unicef. (Leaflet, vetrofanie e cartoline natalizie presenti negli uffici postali e banche)
** TU. Per farli sorridere tutti!
Head della campagna pubblicitaria nazionale Unicef Italia (Mailing, radio, affissioni, dinamica, quotidiani e periodici)


----------
Aiutiamo i bambini di tutto il mondo a crescere in salute e dignità, difendiamo i diritti dei bambini e delle madri, creiamo un mondo più a misura di bambino”.

Il Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus (UNICEF Italia) è la voce dell'UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia) in Italia. L'UNICEF è l'agenzia dell'ONU con il mandato di tutelare e promuovere i diritti delle bambine e dei bambini (0-18 anni) in tutto il mondo, nonché di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita.

Oggi, 20° anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU nel 1989, l'UNICEF lancia un rapporto speciale sulla condizione dell'infanzia nel mondo, che mostra l'impatto della Convenzione sui diritti e delinea le sfide che rimangono da affrontare

venerdì 13 novembre 2009

ROMA NEL CUORE



Adorata città come ti posso chiedere
di dedicarle un sogno
se non so possedere
il tuo fascino eterno
la storia, il vanto, il bisogno
di non riuscire a vederti
trasformare dallo stil moderno.

Roma... falle capire che il mio amore
deve passare in mezzo alle stelle
prendere un dardo e con furore
riscaldare il suo cuore e la pelle.

In ogni tuo anfratto
nelle piazze e tra le mura
respiro attratto
tutto il tuo potere supremo
dell’antico splendore che dura...
da Augusto, Adriano, dal Ratto,
dalla Lupa e da Romolo e Remo.

Roma... falle sentire che il mio desiderio
deve attraversare tutti i tuoi colli
prendere un ponentino e con adulterio

alzare i suoi fremiti finché non bolli.


Dalle tue colonne, da ogni fregio
in ogni scultura, nei Fori, trabocca
la magnificenza, il pregio,
la tua potenza, la memoria,
la tua legalità che riscocca
dai Triumviri, dal Legio,
dal Diritto che è diventato storia.

Roma... falle vedere che il mio ardore
deve salpare in mezzo ai tuoi flutti
prendere un’onda e con fragore
innaffiare il suo corpo e tutti i suoi frutti.

Potrò mai tacere del fasto,
dei tuoi martiri, dei tuoi Cesari
dell’impero della Chiesa così vasto;
o delle tue terme, l’Anfiteatrum,
il Pantheon creato senza pari
e dell'intatto selciato rimasto
dell’immensa Regina Viarum?

Roma... falle sapere che il mio progetto
deve scavare tutta la Terra
prendere il seme e con un getto
fecondare il giardino e la sua serra.

Caput Mundi immensamente amata
tra tutte sei magica, unica
città eterna, ... aperta e mai superata;
ridacce Salustri, Pasquino o i vecchi stornelli
infine, una vecchia supplica:
dacce fontane de vino e
... facce fa 'n’antra magnata
da ricoveracce al “Fatebenefratelli”.

Roma... falle capire che tutto il mio amore
deve sbocciare lungo le tue vie
bussare ai portoni e con batticuore
spalancare i suoi occhi a chiese, case e osterie.

________
Sapiens Populus Quaerit Romam: “Un popolo sapiente ama Roma”.

mercoledì 11 novembre 2009

LACRIME CRISTI



Come cornuto il tuo ventre freme
di bella speme del bruto, mentre
con forza arguta si nutre e preme
la secca scorza dell’asciutto otre.

Improprio scroto di misto sperma
la notte germa nel vuoto: d’altro
ti scruto il gesto tristo, ma ferma
ammetti contro quel volto scaltro.

Certo il nostro tetro scontro triste
incontro al Cristo nel vetro fermo
è scorno per ogni serto miste
di fresco metro del pisto dermo.

Cresciuto cedro, rivedo bruta
ciurma del muto fiuto; l’inerme
del sacro volto nel credo e fiuta
il germe che preme il volto al verme.



_________
Così come è audace il verme, così è triste l’inerme.

sabato 7 novembre 2009

PROVETTA DI CARATTERE




Flebo, enteroclismi, biopsie, dialisi,
ecografie, TAC, raggi X... fai un sacco di analisi.
Diagnosi, ricoveri e terapie urgenti
vieni nella nostra clinica, siam medici potenti.

Prendi la fiala, quella marrone
mettine in testa una pozione
così che il tuo cuoio capelluto
rinasce e ricresce in uno sputo.

Infilati svelto questa supposta
subito dentro finché è tosta
se no si squaglia e ti si affloscia
colando giù fino alla coscia.


Usa medicine in confezione sterilizzata
attento alla dose ma più attento alla data.
Preparàti in blister, in tubetti e flaconi
in milligrammi, in etti o in pozioni.

Ingurgita pillole se vuoi dormire
per fartelo alzare, o per non presto venire
mandale giù con mezzo bicchiere
mattina, pranzo e tutte le sere.

Deglutisci un cucchiaio di questo sciroppo
purificherai i polmoni in uno schioppo
corrobora il fegato, asporta la tonsilla grossa
asciuga i reumatismi delle tue ossa.

Ingoia senz’acqua i nostri confetti
così calibrati, saporiti... perfetti.
Tolgon l’acidità, portan via la stitichezza
eliminano dal sedere l’antipatica brezza.


Spalma più volte la crema reidratante
per la tua pelle secca è così rinfrescante.
Togli le rughe, spiana cellulite e grinze
elimina occhiaie e borse con bisturi e pinze.

Spruzzati una lozione per farti rassodare
inietta il silicone nella labbra per trasbordare
gonfia i tuoi seni, tira su le chiappe... rifatti a pennello,
asporta gli inestetismi dal tuo cervello.


Vaccinati presto ... non aver paura
fa l'aerosol per riscaldar la freddura
sciogli nell'acqua il nuovo effervescente
cura i tuoi malanni o di te non resta niente.


Basta! Basta ricette, basta ticket e dottori
ignora il loro verbo fa crescere i tuoi malumori.
Rifiuta medicine e i miracolosi preparati
che ti propinano ste multinazionali di assatanati.

Mangia normale, bevi tranquillo
farai pipì bionda e cacca a fusillo.
Non farti prendere per scemo buttale al cesso,
vivrai più sereno... e inizierai a curare te stesso.

giovedì 5 novembre 2009

COMponiMENTO



O storna, storna solitaria
come il passero ti butti
dalla Torre nell’aria
allontanandoti dai flutti.

La luna nel pozzo
con il gozzo basso
riflette da un pezzo
l’omicidio più lasso.

Piange un figlio e una madre
la cavalla che seco porta
un povero marito, un padre
che lento ritorna alla porta.

La paura degli schioppi
uno spavento malvagio
l’uccisore porta negli occhi,
in questo lesto rincasare adagio.

Un nome non sa fare
ma un volto ha visto
tra i pioppi vicino al mare
nitrisce al nome tristo.



___________
Di versa mente Pascoli. Poni e scomponi. Proponi e componi. Avvalla e cavalla. Accavalla e scavalla.

domenica 1 novembre 2009

CHE FIGURA



Il mio micio molto stìchico ha preso
un tropo che faceva
un gran chiasmo; sineddoche
da tmesi ha voluto che lo aspettassi
in punta di piedi, per due volte,
nella sua stanza.

L'altra volta c'era una strofa
che aspettando il suo maiale
molto tristico, fece una novena,
per farlo ritornare con la chiave.
Ma non ci fu verso
e mollò la presa.


_______
Il verso al verso.

sabato 31 ottobre 2009

TRATART



E divento ogni giorno me stesso
e rinasco in perfetto accordo
con la mia evoluzione
lungo la spirale della Conseguenza
fino alla completa liberazione
dell’Esistenza.




_________
“Colui che vince lo farò una colonna nel tempio del mio Dio ed egli non ne uscirà più”.
S. Giovanni, Apocalisse.

domenica 25 ottobre 2009

NUME RETTO



Sette le note, sette i colli e le celesti sfere, da ammirare tutte le sere
da suonare all’infinito, da contare con un dito.
Sette i saggi, sette le Meraviglie, sette i peccati che ci assomiglian,
di ogni colore senza contorni, di un arcobaleno per sette giorni.

Conta i pianeti, conta gli accordi e la settimana

conta i suoni di ogni campana

conta i peccati, conta i colori e i sacramenti

ma non contare mai gli anni dei presenti.


Sei le facce del cubo, sei-sei-sei (666) contro ogni Setta e i falsi Dèi
del Creato finito il sesto giorno, del Re e della sua stella per il nuovo ritorno.
Sei gli alveari, sei le melliflue celle e l’esagramma dell’I Ching che muta ribelle
del matrimonio senza mestizia, dei pitagorici e della giustizia.

Conta il Sigillo, conta le Squadre e i Compassi
ma non contare sui semi sotto i sassi;

conta i Profeti, conta gli assatanati e i Mutamenti
usa la KaBaLa e i suoi procedimenti.

Cinque le dita, cinque i sensi, più se li conti più se ci pensi;
più del Pentagono più della Stella, più del pentagramma, più della iella.
Cinque i Libri sacri, cinque la Terra nella quintessenza che ci sotterra
di ogni uomo i suoi prolungamenti, delle popolazioni nei grandi continenti.

Conta gli arti, conta le dita per tutti i sensi

conta le righe per i suoni immensi

conta gli Anelli Olimpici, conta le razze multicolori

diventa campione e mettiti in gioco per non vincere ori.


Quattro i semi e gli elementi da puntare con le carte e gli esperimenti;
della famiglia e dell’eterna Gaia: infanzia, gioventù, maturità e vecchiaia.
Quattro le stagioni e i punti cardinali, dei quarti di Luna per i lupimannari,
per ogni incrocio da attraversare, per ogni viaggio per i quattro mari.

Conta gli Evangelisti, conta le fasi e i venti

per toccare nuovi porti con altri adepti attenti;

conta i semi nel gioco, conta gli assi e i pilastri

usa la bussola, ma orientati con il fuoco degli astri.


Tre le Grazie e il numero perfetto, tre il triangolo e la forma del gentil sesso
tre alla partenza prima del via, tre i “mea culpa” sul petto e così sia.
Tre i Re Magi, tre i regni d’Egitto, la Trinità nel nome di Cristo;
tre i processi in ogni azione finita, leggi la Divina Commedia... è la vita.

Conta i colpi alla porta, conta le Parche e il divino

conta Giuseppe, Maria e Gesù bambino,

conta passato, presente e futuro, conta parecchio

vedere il mondo con il terzo occhio.


Due gli opposti, due i punti per retta, in ogni duello e nell’usa e getta
di ogni se stesso dentro lo specchio, del bianco del nero, del pozzo e del secchio.
Due le facce, due i sessi nell’accoppiamento e negli amplessi,
di ogni moneta lanciata nei campi, sinistra-destra, giorno-notte, entrambi.

Conta il binario, conta il duetto e il riflesso

in ogni doppio... conta il proprio «se stesso»;

conta i binomi, conta i bis e i gemelli

viva le unioni così come
i matrimoni senza gli anelli.

Tutti per Uno
... Uno per tutti, vien sempre il primo, poi belli, brutti, ...
“Essere o non essere”, “Penso, quindi Sono” unità, singolo o Mono.
Uno il perno, uno il punto... colonna del mondo senza nessun congiunto.
Una la morte, uno l’inizio e il Sole, uno il solitario e la zitella senza prole.

Conta per prima, conta il pre e il primogemito

del Nume in ogni principio sempre congenito;

conta l’asse, conta il single e chi è solo

viva tutti i numeri e VIVA IL LORO RUOLO.

mercoledì 21 ottobre 2009

L'importanza di chiamarsi Ernesto



Balla Ernesto
balla nei miei ricordi
danza perché non scordi
che quel che tu dici
mi rende felice.
Balla Ernesto
balla per i miei occhi
danza finché non tocchi
il cielo e l’infinito
ancora con un dito.

Dai Ernesto

balla senza fretta

danza per non sentirti stretto

nei miei pensieri

oggi come ieri.



Corri Ernesto
corri dalle mie manie
scappa per non far pazzie
con il mio respiro
ancora un altro giro.
Corri Ernesto
corri dove c’è un sorriso
scappa più deciso
da un mondo incerto
tu che sei esperto.

Dai Ernesto
corri senza fretta

scappa dalle idee imperfette
verso profondi pensieri

oggi come ieri.



Lotta Ernesto
lotta sotto la luna
combatti con nuova fortuna
in ogni notte coraggiosa
per vincere ogni cosa.
Lotta Ernesto
lotta per i nostri figli
combatti perché gli assomigli
il futuro che costruisci
«libertà vieni… gioisci».

Dai Ernesto
lotta più in fretta
combatti per restare in vetta

nei miei pensieri

oggi come ieri.

martedì 20 ottobre 2009

L'ORA DEL TÈ



Te ieri il tuo io
non hai rivolto più a me
e io
non ti darò più il mio tè.




_____________
TÈ, beccati questo!

venerdì 16 ottobre 2009

Tu povera illusa



Tento e ritenti di venirmi incontro
provi e riprovo, ma è sempre scontro.
Quella che sei lo so molto bene
quello che sono non vale un tuo perdono.

Sento e consenti a ciò che desidero
tenti e ritento ... ma non ti considero.
Come il surf sulle onde ti cavalco fino al limite
poi ti mando ancora a fondo e riapri vecchie ferite.

Prendo e riprendi il bandolo della matassa
scopri e riscopro la mia nota bassa.
Torno e ritorni a ripretendere tutto
mi convinci... e da egoista, rifaccio il farabutto.

Aspetto e riaspetti che io diventi diverso
parti e riparto, ma è sempre lo stesso.
Tu povera illusa rinnovi il tuo aspetto
io mi ripresento, invento una scusa e mi batto il petto.

La fedeltà è donna e riprovi a riabbracciarmi
io eterno
Ulisse per nuovi lidi, tu Penelope nell’aspettarmi.
Un tira e molla che ormai snerva e sfianca
tu per me sei una folla, io... per te la notte bianca.

Non sai più che dirmi e neanche come prendermi
vorresti vedermi morire, ma sai che potresti perdermi.
è tutto riprovevole questo non è un rapporto
tu sei forte, io debole... tu ammaliata... io più accorto.

domenica 11 ottobre 2009

E PARTO



E parto dalle labbra così strette.
Ti bacio con il fremito dentro agli occhi
mentre accarezzo i tuoi turgidi capezzoli.
Mi immergo nel tuo respiro d’aragosta
e tu leggera scivoli in fondo al mio mare.

E parto dalle carezze sul tuo monte,
dai caldi sorrisi dentro al petto,
ti ascolto come la fiamma scalda il vento
che danza lungo gli istanti trepidanti
dove i tuoi sospiri mi stringono a te.

E parto ad ogni tocco delle tue mani
ogni volta che pensi... mio piccolo fiume.
Il grande fuoco del desiderio ora avvampa
l’antro eccitato del tuo profondo lume.

E parto... perché so ascoltare il tuo ascoltare.

mercoledì 7 ottobre 2009

FI DARSI



Ho dato un pugno ad un cretino
e lui me ne ha ridati due.
Ho dato dei soldi
ad un amico e lui non me li ha ridati.
Allora ho dato soldi
ad un cretino e lui si è dato.

È meglio dare credito ai cretini
o agli amici?!


_________
Dare <--> Darsi: apertamente del cretino.

sabato 3 ottobre 2009

Dai nemici mi guardi D'io, dagli amici mi guardo io!



GLI AMICI

I miei amici veri, purtroppo o per fortuna,
non sono vagabondi o abbaialuna,
per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia:
quasi nessuno batte o fa il magnaccia.

Non son razza padrona, non sono gente arcigna,
siamo volgari come la gramigna.
Non so se è pregio o colpa esser fatti così:
c’è gente che è di casa in serie B.

Contandoli uno a uno non son certo parecchi,
son come i denti in bocca a certi vecchi,
ma proprio perché pochi son buoni fino in fondo
e sempre pronti a masticare il mondo.

Non siam razza d’artista, né maschere da gogna
e chi fa il giornalista si vergogna,
non che il fatto c’importi: chi non ha in qualche posto
un peccato o un cadavere nascosto?

Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione
è invecchiar bene, anzi, direi… benone!
Per quello che ci basta non c’è da andar lontano
e abbiamo fisso in testa un nostro piano:

se e quando moriremo, ma la cosa è insicura,
avremo un paradiso su misura,
in tutto somigliante al solito locale,
ma il bere non si paga e non fa male.

E ci andremo di forza, senza pagare il fìo
di coniugare troppo spesso in Dio:
non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui,
ma questo mondo ce l’ha schiaffato Lui.

E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi,
cosa che a questo mondo han fatto in pochi,
voglio veder chi sceglie, con tanti pretendenti,
tra santi tristi e noi più divertenti,
veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni,
fra noi e la massa dei rompicoglioni…


Francesco Guccini



martedì 29 settembre 2009

CERCARSI



Ho visto te che mi cercavi,
ho cercato in te quello che avevi visto
però non ho visto
quello che tu cercavi,
ma quello che io cercavo
che tu avevi visto.

Visto! Che ti cerco a fare?!




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Se cerchi bene anche
nell'immagine ...

domenica 20 settembre 2009

SI SEDES NON IS <-> SI NON SEDES IS


«SI SEDES NON IS» è un disegno a matita su cartoncino pensato in omaggio all’Arte e realizzato nell’aprile 1983 (4-8-3: data nascosta nel “Quadrato magico di Saturno” disegnato a rovescio come in una lastra di acquaforte).
Infiniti i rimandi espressi a più livelli nell’antro contemplativo del pittore. Di essi ne riporto alcuni evidenti:
la «Poesia» (il verso palindromo: IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI sul nastro di Möbius e i libri);
l’«Architettura» (Il filo a piombo, la spalliera Trono di S. Pietro (emblema/facciata della Chiesa, formata con i 4 simboli: «Triangolo (Timpano), Quadrato (Base della Facciata), Cerchio (Rosone) e Croce», il capitello sullo stipite della porta);
la «Pittura» (graffiti nelle grotte, geroglifici e il segno di Capogrossi, lo stesso disegno);
la «Scultura» (il torso sulla libreria e le fatiche di Ercole nelle mattonelle d'avorio «decorazioni della Cattedra di S.Pietro» incastonate nel pavimento.

Un grande riferimento alle Arti liberali - utili per il raggiungimento dei livelli più elevati del piano intellettuale e morale - è riconoscibile nelle sette arti suddivise in Trivium (Grammatica, Dialettica e Retorica) e Quadrivium (Geometria, Aritmetica, Astronomia e Musica).

I riferimenti al Trivium sono evidenti nei tanti libri e all’Angelo che regge il Verbo, mentre quelli al Quadrivium, sono:
«Geometria», visibili nel compasso, nella squadra e nel pavimento: quadrati neri contornati da quattro triangoli bianchi che formano un unico grande quadrato (rappresentazione grafica del «Teorema di Pitagora»);
«Aritmetica», visibili nel Quadrato Magico di Saturno con i numeri da 1 a 9 «9 Muse» (riferimento al quadrato magico di Giove con i numeri da 1 a 16 nell’incisione di Albrecht Dürer «Melencolia I») e nella sacra Tetraktis, simbolo esoterico dei pitagorici;
l’«Astronomia» è oltre la finestra e nel caos magmatico delle fisse nel nulla dietro il poliedro sospeso (simbolo del pentagramma-stella a 5 punte: UOMO - la corrispondenza tra l’aspetto visivo della parola e la cosa rappresentata si percepisce nelle orbite degli occhi e nella fossa del naso del teschio: OMO, già descritto da Dante, Divina Commedia: Purgatorio XXIII, 32 «Parean l’occhiaie anella senza gemme: / Chi nel viso degli uomini legge OMO / Ben avria quivi conosciuto l’emme.»);
la «Musica» (il violino e il Tetracordo di Filolao (rappresentazione dei rapporti armonici basati sulle tre consonanze in accordo d’ottava, o diapason; quinta, o diapente; quarta, o diatessaron): cit. «Scuola di Atene» di Raffaello;

Altri elementi presenti nell’opera fanno il verso alla già citata opera del Dürer: cartiglio in alto nel cielo con la scritta «MELENCOLIA I» retto dal demone, qui «SANCTIFICETUR» retto dall’angelo, quadrato magico, chiodi della croce, poliedro (cubo tagliato), bilancia (segno zodiacale dell’artista), campana (violino), compasso, etc.
L’amore per la Filosofia traspare negli elementi che esprimono la Fisica e la Metafisica, la Teologia e la Fede, la Realtà e il Mistero, fino all’apparire della frase palindroma latina «SI SEDES NON IS» incisa sulla soglia della porta/finestra che preannuncia la predisposizione suprema dell’animo del Pittore che sta per divenire Artista.
L’angelo (Piano superiore della conoscenza e dell’esperienza) indica la strada nel candore dei 4 elementi (Aria, Terra, Acqua e Fuoco ben rappresentati nei simboli dei 4 evangelisti (Aquila, Toro, Leone, Angelo... ATLAS... ATLAntide), sul libro con il Cristo al centro della Croce).

SI SEDES NON IS (se ti siedi non procedi) fa il verso al suo stesso vero proponimento ambigrammato (lettura capovolta: la verità deve essere ricercata «non date le perle ai porci») SI NON SEDES IS (se non ti siedi procedi). La frase è presente sulla soglia della Porta Magica dei resti di Villa Palombara al centro di Piazza Vittorio a Roma.
È tutto qui il confine o lo stargate per arrivare alla Conoscenza attraverso l’Arte: chi osa, chi cerca, chi desidera ardire e sapere, chi crea, saprà e verrà santificato tra patimenti e mortificazioni, tra turbamenti e critiche, tra incomprensioni e sacrifici (chiodi della croce) senza essere necessariamente un uomo di chiesa.
L’artista apparentemente in ginocchio (sottomissione al contingente) è invece nell’atto di alzarsi per uscire fuori ed indagare, ancora una volta, il sensibile grazie anche alla Sapienza infusa nel libro che stringe nella mano sinistra dissacratoria (quella del diavolo). L’Arte è quindi necessaria per conoscere e trasmettere nel tempo la visione e la conoscenza che l’uomo ha del mondo.

L’opera simboleggia la sfera intellettuale dominata da Saturno (nel suo aspetto attivo) e suggerisce una connessione fra il mondo razionale delle scienze e quello immaginativo dell’arte: «La verità si nasconde nei dettagli» (cit. Marco Bertozzi). In essa ho voluto profondere la complessa vacatio animae, nonché l’inconfondibile umore dell’atra bile, trasponendolo mirabilmente (mira-bile-mente) in immagini.

mercoledì 16 settembre 2009

TRI ADE



Passato, Presente, Futuro
della mia morte non sono sicuro*.

Corpo, Anima, Spirito
mi sembrava di aver capito.

Paradiso, Purgatorio, Inferno
nessun peccato esiste o dura in eterno.

Infanzia, Gioventù, Vecchiaia
can che morde non abbaia.

Destra, Sinistra, Centro
spero che finiscano tutti dentro.

Monarchia, Dittatura, Democrazia
quant’è bella anarchia.

Uomo, Donna, Gay

mi faccio i cazzi miei.




__________
Di tre, vi consiglio di sceglierne una, ma auguri e tanta fortuna.

*L’unica certezza che ho in questa vita è proprio la mia vita, ma anche questa illusione mi sta abbandonando.

venerdì 11 settembre 2009

GESÙ CLONATO - CLONE JESUS

DALLA SINDONE UN FRAMMENTO DI SANGUE HA DATO VITA A 13 GESÙ CRISTO PER CLONAZIONE.

IL PAPA PERDERÀ SICURAMENTE IL POSTO.
LA CHIESA NON SA CHE FARE: GLI EMBRIONI SONO TOTIPOTENTI O ONNIPOTENTI? SUPERATO COMUNQUE IL PROBLEMA DELLA MASTURBAZIONE DEL DONATORE CHE LA CHIESA NON HA MAI PERMESSO. SUPERINCAZZATO LO SPIRITO SANTO HA RIBADITO:
ORA A CHI LO DO.


È la prima volta che nella storia dell’umanità
una notizia sconvolge le anime.
L’uomo non più figlio di Dio... anzi meglio:
Dio figlio dell’Uomo.
L’uomo ha rifatto Dio a sua immagine e somiglianza.
Questa non è solo “una grande notizia scientifica”
hanno risposto in coro l’«Osservatore Romano»,
la Conferenza Episcopale e la Radio Vaticana,
ma è l’apoteosi della dignità umana e non più una violazione
a nessuna legge divina, perché Dio è l’uomo stesso.
Non serviranno più asinelli e mangiatoie, Spirito Santo
e un padre donatore come S.Giuseppe (non più pro-creatore)
ma è bastata una cellula di sangue recuperata divinamente

dalla Sacra Sindone dall’Equipe degli scienziati per clonarla
e interrompere finalmente il mito dell’Unicità e con esso l’Irripetibilità.

L’Osservatore Romano ha anche osservato che tutto questo porterà
ad un risparmio alle casse vaticane di svariati milioni di euro.
Infatti, tutti i 13 Gesù Cristo che saranno sparsi per il mondo,
non permetteranno al Papa (ormai figura da sostituire
nel nuovo organigramma della Chiesa) di farsi elicotterare
in ogni parte della Terra, perché saranno proprio loro,
divinamente presenti sul territorio, ad attuare
il grande lavoro di cristianizzazione.

L’ingegneria Genetica finalmente ha dato conferma
a quello che la Chiesa predicava da secoli:
Dio è onnipresente, cioè in ogni luogo.


In vitro veritas.
Così scherzosamente l’Istituto di Bioetica
(anzi DioEtica) dell’Università Cattolica ha sottolineato
che «la riproduzione di embrioni umani da clonare
dalle cellule di sangue di Santi e Profeti è finalmente possibile.
Siamo grati a tutto il mondo cattolico che per millenni
ha visto lungo nel conservare, perfettamente in reliquiari,

ogni ben di Dio, cioè tutto ciò che è appartenuto a Santi,
Patriarchi e Beati. Infatti, questo prezioso materiale: capelli, ossa,
pelle, sangue (pensate a S. Gennaro che puntualmente ha fatto
il miracolo della liquefazione del suo sangue e nessuno
lo ha mai saputo aiutare) potrà preziosamente essere utilizzato
dalla Chiesa per l'umanità intera».
... In principio è la partenogenesi, cioè il processo
riproduttivo nel quale un gamete cresce e si sviluppa
nell'utero materno senza più la fecondazione naturale.
A questo serviranno tutte le figlie di Dio che sul modello
già sperimentato 2000 anni fa dalla Madre di tutte le madri,
permetteranno di avere sulla Terra, non più politici corrotti,
mafiosi ed altro, ma infinite creature
divine sparse in questo paradiso ritrovato.

A Men.

mercoledì 9 settembre 2009

ae69 A.A.A E.E.E. 666 999


aaa
eee



666
999


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TREman - TREman - TREman

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Come amante dei segni palindromi
questo è il giorno perfetto...
anche a rovescio
sia alle 06:06.06 di prima mattina
che alle 09:09:09 di mattina,
così come alle 06:06.06 di pomeriggio (alias 18:18:18)
che alle 09:09:09 di sera (antialias 21:21:21)

alla faccia di Giacobbo e del 2012.

sabato 5 settembre 2009

ELEGIA PER IL SUD


Solivago percorro viottoli adusti
memore di sentieri battuti
dal tempo che l’origine fu.
Riecheggia in me
fugace nell’aria
l’edace moto del vento...
lo sgretolare perenne tufo,
questo falciar di roncola il grano,
l’ineluttabile maestoso ulivo,
congiunto all’umifera terra riarsa.

Ramingo, ascolto il cicalare nelle specchie ascose
tra le assolate sentinelle di girasoli.
Allegra na ninninedda mi sfreccia vicino in arabesche storie
mentre succhio dolci fiori su steli di grasso tabacco
spenti negli asprigni acini di negramaro
tra vigne pettinate a filari
vegliate da impietriti... scaramantici trulli.

Questo seguitare contiguo
di imbiancati muri
con neri fumari,
di balconi carichi di rossi speziati
tra scarlatti pomodori appesi
e gerani screziati,
allunga i percorsi di un antico vociare.

mi è dolce sprofondare
in questo mio eterno arcano meridiare.



_______
Omaggio al mio adorato Salento.

mercoledì 2 settembre 2009

CARAVAGGIO MI HA PARLATO SUL MOLO


Colonne di moscerini danzanti al suono di cicale
su merde secche senza sale non lontane dai bagnanti.
Cocomeri marci tra i cespugli, intrugli,
miscugli di porci nei cori senza più voce.
Carta, stracci, assorbenti grumosi e a poco distanza, coppie,
parenti, giovani sposi, bambini, certe pelli.
Corpi al sole, stridio di denti, rosse
risate a crepapelle, belli nella loro convinzione.
Copule artificiali, sperma come in lacrime
rimorsi, aborti spettrali, rabbia fottuta in pianti.
Crampi, urla crude, canzonette alla radio, rimpianti,
pesci apatici, stronzi stesi sulla sabbia.
Calura, ronzio di vespe, docce e corpi roridi, cavalletti,
incesti, puritani dalle solite facce da stupri.
Culi di bottiglie, mollette, cancro-miasmi-convulsioni,
chiazze di urine e miceti sulla pelle dei natanti.
Cocciuti in mutande, nudi, fottuti! Abbronzanti, canti,
afrodisiaci in spray, afrore dalle ascelle.
Colite spastiche, eiaculazioni da maniaci imbelli
gente ai vari livelli come gocce d’acqua.
Conati di vomito, siringhe emetiche, olio di lino cotto,
spasmi atroci e l’emorroide flosce.
Cosce in putrefazione con varici lente, pugnali, spatole
flaconi, unguenti, pennelli, leggere emorragie.
Calcoli, fibromi maligni nei pesci, tele, colori ad olio,
aromi lontani, pericolosi chiaroscuri farciti di sangue.
Curiosare di lingue sui moli, lemuri di marinai
uomini e donne in attesa, soli... Il Mare!
Con un urlo insonne di sangue misto a muffa e verderame,
riesce a sopravvivere intatta la follia sulle spiagge esaltate.

giovedì 27 agosto 2009

VISITATE SAN LEO, L'ANTICA MONTEFELTRO



Solo l'arte fa tanti talenti, e con MVSEI
le città ne mostran il Fasto e il vanto e
fanno visitare l'attento stile, come la
vita fa tastar le notti con l'elemosine.

La nefasta morte non ci evita le stolti
lamentele e fa il vasto scritto (innato
senso letterato) fatal; e m'invita con il
lesto cantar note a festa: i Monti, Ville

là in scavate rotte, le Fonti e Santi... Mol-
to manto, tant'estri, felice San Leo vali,
nell'attenta e vistosa felicità or (Mon-
tefeltro Città), nell'anno a se mai visto.

Amata fonte, le stelle cantino i vostri
amori nelle vaste notti, lascino fatte
nel fascino Monti e Vallate, teatri sot-
tili. E forte canti la Vestale, ma non sto-

ni al FVRENTE e alto stile mai scontato.
L'attenta STORIA non m'ascolti. Le vie fe-
lici e l'Astro volti a tante feste, ma non
sfavillino l'attente note... amica sorte.


________________
Anagrams = Ars magna
Ogni rigo è l'anagramma del titolo.

domenica 23 agosto 2009

CARINE PAGINE



Carabine a caccia: mute ... Carine battute di Cane
i colpi in canna; rabbiosa canizza
e le muriccie saltate e la volpe in riparo.

In corsa ... gli ho visto le museruole, strette
poi silenzio, pochi passi
e la velocità di uno sparo!

Paglierine e ricche le Pagine del quotidiano Pane
i titoli in testa: “Feroce agguato”
e ciò che ha provocato e ciò che ci sarà.

Correre ... un risparmio su due fronti
poi la stampa, pochi esempi
e altri e tanti oltre me!



________________
Carabine-Carine-Cane
Paglierine-Pagine-Pane

mercoledì 12 agosto 2009

THE QUICK BROWN FOX JUMPS OVER THE LAZY DOG

 


PANGRAMMA    

V.S.Q.P.R.D. blitz che fu magno.


_________

Sono riuscito ad utilizzare solo le 21 lettere dell’alfabeto italiano e nessuna ripetuta. La sigla VSQPRD significa: «Vini Spumanti di Qualità Prodotti in Regioni Determinate» e in etichetta la Sigla deve essere seguita dalla denominazione della regione di produzione dello spumante.

Ci sono anche altri esempi, più famosi del mio, più belli ma meno nobili, perché alcune lettere sono ripetute. Uno dei più conosciuti è: “Quel fez sghembo copre davanti” presente in GNOME sotto ubuntu quando si apre un file di caratteri.
Un altro ancor più memorabile è di Umberto Eco: “Berlusconi? Quiz, tv, paghe da fame”. Anche in questa versione ci sono più lettere ripetute e viene usata una sigla. Da notare il lungo cognome eterogrammatico: “Berlusconi” dove nessuna lettera è ripetuta.
Nel titolo del post è riportato il pangramma dell'alfabeto della lingua inglese (26 lettere): “The quick brown fox jumps over a lazy dog” e significa:la svelta volpe bruna salta sul cane pigro”, esattamente quello che avviene nel video. Questa frase si ottiene digitando un comando in un file di Word, ma pare manchi il termine brown, non ne sono sicuro. Serve ai grafici per testare la leggibilità di un carattere tipografico.
Provate a pangrammare anche voi le 21 lettere dell'alfabeto e commentate aggiungendo il vostro verso. Diversamente scrivetemi e basta.

venerdì 7 agosto 2009

EMMA




Emma dolce Emma, falsa Emma falsa
Emma furba Emma, pazza Emma pazza.

Emma forte Emma, bassa Emma bassa

Emma calda Emma, grassa Emma grassa.

Emma l’oca giuliva, Emma chi fa la diva
Emma ogni moglie, Emma chi ha le doglie.
Emma chi lava i piatti, Emma se la ricatti
Emma la segretaria, Emma la missionaria.
Emma ogni curiosa, Emma la nuova sposa
Emma ogni bambina, Emma chi è cretina.
Emma se si profuma, Emma quando fuma
Emma chi diventa nonna, Emma che donna!!

Emma bella Emma, esperta Emma esperta
Emma finta Emma, incerta Emma incerta.

Emma grande Emma, famosa Emma famosa

Emma piccola Emma, odiosa Emma odiosa.

Emma ogni dama, Emma chiunque ama
Emma la fioraia, Emma la portinaia.
Emma l’infermiera, Emma la cameriera
Emma per una settimana, Emma ogni puttana.
Emma chi si accontenta, Emma la paraventa
Emma ogni civetta, Emma chi ha fretta.
Emma la trasgressiva, Emma Lady Godiva
Emma le pie madonne, Emma tutte le donne.

Emma cara Emma, donna Emma donna
Emma viva Emma, evviva Emma evviva.

venerdì 31 luglio 2009

DESIDERATA



A volte i pesci guardan le fisse stelle
e vedono crescere nuovi germogli,
sognano di volare come gli uccelli
spiando gli intrecciati nidi tra le foglie.

A volte i monti franano giù a valle
per respirare nuovi picchi più caldi
per diventare fango in una terra molle
o una verde pianura che li rinsaldi.

A volte le stelle con il loro pianto
si frantumano in nuovi crateri tondi
come meteore in un enorme schianto
trasformando altri pianeti in nuovi mondi.

A volte gli alberi con la più alta chioma
innalzano i rami in una larga veste
in una crescita infinita e mai doma
per abbracciare l’ampia volta celeste.

A volte i fiumi si riposan nel letto
ma non san contenere gli intensi flutti
precipitando giù alla foce di getto
in un mare di propositi distrutti.

A volte gli uomini nelle loro vite
non sanno distinguere il proprio essere
riaprono sempre le stesse ferite
che cicatrizzando li faran crescere.

Questo è il fuoco della vita
che fa desiderare altri mondi

in una rincorsa infinita

per l’evoluzione a cui tendi.

domenica 26 luglio 2009

mercoledì 22 luglio 2009

LA CITTÀ È IMPAZZITA



Il coccodrillo francese cucito alle maglie
piange disperato. Non riesce a prendere moglie!
La cerca bevendo un drink dietro l’altro
comincia il primo poi chi è più scaltro.

La nuova domestica non cuoce mai uova
ma è cotta del suo uomo e della sua moto nuova.
Lui gioca d’azzardo, scommette ai cavalli,
lei gli dà tutti i soldi purché non la molli.

La barboncina di Mario rispolpa un nuovo osso
ora fa la cagna con Ugo che ha il fuoristrada rosso
scodinzola, guaisce, lo lecca in modo strano
poi mette la freccia e se ne va contromano.

Che mondo sballato, che grande casino
tutto va a rovescio, niente è come prima.
La città è impazzita... questo è quel che resta
nessuno più si diverte... Dov’è la festa?

L’Orso del circo attira a sé i Gorilla
della Top Model che sulla passerella sfila arzilla.
Si scalda, si eccita, si slaccia la zippe
fa anche gesti osceni, ma loro... fan pippe.

Il tassista impiccione ai semafori spenti
sbircia dallo specchietto e si stuzzica i denti,
sparla con tutti della propria moglie lontana,
ma non di sua sorella che fa la puttana.

Il vecchio direttore dell’ufficio postale
tien da conto i suoi pensionati ma li tratta male,
anela ai loro soldi e non li vuole pagare
poi emette solo vaglia perché non sa parlare.

Che mondo sbagliato, che momento assurdo
maltrattano uno zingaro, ma non un curdo.
Che società allo sfascio... che popolo meschino
lo prendono in quel posto, ma fan sempre l’inchino.

La gattina Adalgisa gratta sempre il divano
cerca i soldi del nonno e gli graffia una mano
gli fa la pipì nel berretto e miagola stizzosa
perché mentre lei fa le fusa, lui ronfa e riposa.

Giorgio ha gran fiuto ne spaccia e ne tira
tutta polvere bianca che sballa, che gira...
la piazza nel vicolo e lungo la via
perché ha con tutti il droghiere in antipatia.

Il vecchio impresario tiene i suoi attori sulla corda
abbaia come un rottweiler, ma par che non morda;
gli fà da Compagnia, ma non sanno recitare
si atteggiano solo a Star e Fan come gli pare.

Che mondo allo sbando, che situazione di merda
ognuno sembra vincente, ma pare che perda.
La città è impazzita... ogni cosa è distorta
usciamo allo scoperto ... la coperta è corta.

lunedì 20 luglio 2009

LUNA



Svirgola lenta nel lento cammino
lesta compagna di voli; il mattino
ti è nemico, e tu sola resti spenta
nel violento bagliore che sgomenta.

Tu sola rendi contenti i viandanti
per l’antico viaggio. Oggi ti presenti
come una palla di bianco cemento
per il
Design nell’arredo più attento.

Nessuno ricorda in te quel potere
che ferma la Terra ed innalza il mare.
Nessuno ravvede in te quel bisogno

materno, portato nel Cancro segno,
magico e caro. Porgi ancor le notti
romantiche a tutti gli innamorati.



__________
Auguri per i tuoi 400.000.000 di anni.

È SEMPRE IL MOMENTO DEL TÈ


Oberato il leader imbonisce omelie sotto la Lanterna,
il partitante ingenuo starnutisce in TV
declama {... ...1} dallo schermo solo vocaboli da notiziario.
L’imbonitore sul podio, nel parco infuocato
porta avanti la relazione laringea. Che sbadigli.
I parrocchiani trovano Rimedio per l’altare laico,
mentre la polizia è in fermento e fa crescere la rivoluzione.

... la Principessa incurante sorbisce il tè sul prato.

Il romeaggio è partito puntuale, inusuale. La polizia
prende un grifo sulla sponda opposta, una pazzia.
La stretta griglia dell’Arma dei CC sputa fuoco, candelotti,
un momento emozionante, tutti in lacrime.
Ripartono con il sopravvento, si scatena una buriana.
Sono in tanti, rapidi e Celeri. E giù botte... porca puttana!
Poi il corteo singhiozza e le vetrine restano infrante.

... la Principessa continua a sorbire pasticcini al sole.

Si percorre la falsa riga della strada, un tunnel, un budello.
Non c’è esperienza di guerriglia, un tranello. Un parapiglia... sangue.
Ora bisogna proprio contraccambiare, comunque vada.
Salta in aria tutto quanto. Che situazione immonda
e per contraddizione un monito solenne. Un colpo e ci scappa
«il Morto»: diviene subito assenza per restare perenne nella coscienza.
Un obelisco si ergerà senza movente in Piazza Alimonda.

... la Principessa finirà tranquillamente il suo tè!


__________
Botti e bottini. Corte e cortei. Scorte e scortati. Mostri e mostrine. Polis e poliziotti = GiOtto ad arte a Genova.
1 {Beep} = censura televisiva.

domenica 19 luglio 2009

ITAL DEI TALI / n.15 (Mollette che stendono)



STRAGI DI MAFIA

Mollo - Dopo 17 anni nessuno ricorda Borsellino.
Molly - E già! C'è crisi, non si arriva più alla terza settimana.

giovedì 16 luglio 2009

U DIRE (2)



Feci con la lambretta
una inversione a chiambretta,
poi presi il motorino
facendo un giro ad uncino;
infine, con la vespa
mi fermai.


______
Non c’è verso, quando la rima finisce, il moto poetico si blocca.