mercoledì 25 novembre 2009

ETERNITÀ



E la pazzia e l’angoscia d’un colpo
mi trasportano lontano dentro un sogno.
Già ringhia l’immenso e incalza feroce
sui lunghi orizzonti
dell’eterna eco dei voli.
L’impenetrabile rifugio della vita
sfugge ai ricordi legati alla memoria
e ne sgrana il rosario interminabile
dilaniando barriere umane.

E nella profondità abitata
l’inspiegabile essenza delle cose
scricchiola paurosa nelle carni
come un arco di cerchio
trilla per il teso legame
in cui tutto nasce e muore.

venerdì 20 novembre 2009

AMI AMA DRE


Banco del Mutuo Soccorso - R.I.P.



Madre ti cerco nei miei ricordi,
madre che accechi i miei dolori,
madre che rievochi i miei pensieri,
resta con la mia mente, vicina
allo sguardo del tuo vuoto, serena
nella tua morte disumana, lontana
dal triste ritmo della vita.
Ascolta.

Mamma accarezzami ancora il capo mite
e strillami le tue antiche preghiere
in questo Vecchio giorno di novembre.
Mi resta solo la tua esuberanza,
la tua giocosa apparenza, il tuo calore materno,
i tuoi occhi infiammati di cielo infinito,
le tue carezze eterne, il tuo dolore...
il tuo amore.
Ascolta.



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Requiescat in pace.

giovedì 19 novembre 2009

LA CERTEZZA DI UN SORRISO*



Non posso non guardare
i tuoi occhi che mi fissano,
gridano aiuto, stai malissimo.
Non posso non vedere
il tuo mancato sorriso
nella mia coscienza,
tu, che ne stai senza.
Non posso ingannarti
non devo far finta,
tu hai bisogno della mia forza
della mia spinta,
del mio aiuto, franco.
Tu, così forte, ma stanco
tu, triste e abbandonato
tu, solo... senza niente,
senza più preziose lacrime
da piangere perché l’acqua ti manca.

Nei tuoi occhi sale l’urlo antico
di una Madre affranta
derisa dai suoi stessi figli, tanti,
sparsi nel Mondo come conigli
e uccisi senza vergogna
da infami governi
di uomini infanti...
stessi figli, ma vermi!
Dove tutto già muore,
voi... distruggete villaggi,
ponti. Basta infermi!
Basta mine... costruiamo fiducia,
doniamo, doniamo amore,
doniamo sorrisi,
pozzi... speranza
in abbondanza.


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TU. PER FARLI SORRIDERE TUTTI! **


* La certezza di un sorriso
Slogan che io e altri miei collaboratori progettammo a favore dell'Unicef. (Leaflet, vetrofanie e cartoline natalizie presenti negli uffici postali e banche)
** TU. Per farli sorridere tutti!
Head della campagna pubblicitaria nazionale Unicef Italia (Mailing, radio, affissioni, dinamica, quotidiani e periodici)


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Aiutiamo i bambini di tutto il mondo a crescere in salute e dignità, difendiamo i diritti dei bambini e delle madri, creiamo un mondo più a misura di bambino”.

Il Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus (UNICEF Italia) è la voce dell'UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia) in Italia. L'UNICEF è l'agenzia dell'ONU con il mandato di tutelare e promuovere i diritti delle bambine e dei bambini (0-18 anni) in tutto il mondo, nonché di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita.

Oggi, 20° anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU nel 1989, l'UNICEF lancia un rapporto speciale sulla condizione dell'infanzia nel mondo, che mostra l'impatto della Convenzione sui diritti e delinea le sfide che rimangono da affrontare

venerdì 13 novembre 2009

ROMA NEL CUORE



Adorata città come ti posso chiedere
di dedicarle un sogno
se non so possedere
il tuo fascino eterno
la storia, il vanto, il bisogno
di non riuscire a vederti
trasformare dallo stil moderno.

Roma... falle capire che il mio amore
deve passare in mezzo alle stelle
prendere un dardo e con furore
riscaldare il suo cuore e la pelle.

In ogni tuo anfratto
nelle piazze e tra le mura
respiro attratto
tutto il tuo potere supremo
dell’antico splendore che dura...
da Augusto, Adriano, dal Ratto,
dalla Lupa e da Romolo e Remo.

Roma... falle sentire che il mio desiderio
deve attraversare tutti i tuoi colli
prendere un ponentino e con adulterio

alzare i suoi fremiti finché non bolli.


Dalle tue colonne, da ogni fregio
in ogni scultura, nei Fori, trabocca
la magnificenza, il pregio,
la tua potenza, la memoria,
la tua legalità che riscocca
dai Triumviri, dal Legio,
dal Diritto che è diventato storia.

Roma... falle vedere che il mio ardore
deve salpare in mezzo ai tuoi flutti
prendere un’onda e con fragore
innaffiare il suo corpo e tutti i suoi frutti.

Potrò mai tacere del fasto,
dei tuoi martiri, dei tuoi Cesari
dell’impero della Chiesa così vasto;
o delle tue terme, l’Anfiteatrum,
il Pantheon creato senza pari
e dell'intatto selciato rimasto
dell’immensa Regina Viarum?

Roma... falle sapere che il mio progetto
deve scavare tutta la Terra
prendere il seme e con un getto
fecondare il giardino e la sua serra.

Caput Mundi immensamente amata
tra tutte sei magica, unica
città eterna, ... aperta e mai superata;
ridacce Salustri, Pasquino o i vecchi stornelli
infine, una vecchia supplica:
dacce fontane de vino e
... facce fa 'n’antra magnata
da ricoveracce al “Fatebenefratelli”.

Roma... falle capire che tutto il mio amore
deve sbocciare lungo le tue vie
bussare ai portoni e con batticuore
spalancare i suoi occhi a chiese, case e osterie.

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Sapiens Populus Quaerit Romam: “Un popolo sapiente ama Roma”.

mercoledì 11 novembre 2009

LACRIME CRISTI



Come cornuto il tuo ventre freme
di bella speme del bruto, mentre
con forza arguta si nutre e preme
la secca scorza dell’asciutto otre.

Improprio scroto di misto sperma
la notte germa nel vuoto: d’altro
ti scruto il gesto tristo, ma ferma
ammetti contro quel volto scaltro.

Certo il nostro tetro scontro triste
incontro al Cristo nel vetro fermo
è scorno per ogni serto miste
di fresco metro del pisto dermo.

Cresciuto cedro, rivedo bruta
ciurma del muto fiuto; l’inerme
del sacro volto nel credo e fiuta
il germe che preme il volto al verme.



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Così come è audace il verme, così è triste l’inerme.

sabato 7 novembre 2009

PROVETTA DI CARATTERE




Flebo, enteroclismi, biopsie, dialisi,
ecografie, TAC, raggi X... fai un sacco di analisi.
Diagnosi, ricoveri e terapie urgenti
vieni nella nostra clinica, siam medici potenti.

Prendi la fiala, quella marrone
mettine in testa una pozione
così che il tuo cuoio capelluto
rinasce e ricresce in uno sputo.

Infilati svelto questa supposta
subito dentro finché è tosta
se no si squaglia e ti si affloscia
colando giù fino alla coscia.


Usa medicine in confezione sterilizzata
attento alla dose ma più attento alla data.
Preparàti in blister, in tubetti e flaconi
in milligrammi, in etti o in pozioni.

Ingurgita pillole se vuoi dormire
per fartelo alzare, o per non presto venire
mandale giù con mezzo bicchiere
mattina, pranzo e tutte le sere.

Deglutisci un cucchiaio di questo sciroppo
purificherai i polmoni in uno schioppo
corrobora il fegato, asporta la tonsilla grossa
asciuga i reumatismi delle tue ossa.

Ingoia senz’acqua i nostri confetti
così calibrati, saporiti... perfetti.
Tolgon l’acidità, portan via la stitichezza
eliminano dal sedere l’antipatica brezza.


Spalma più volte la crema reidratante
per la tua pelle secca è così rinfrescante.
Togli le rughe, spiana cellulite e grinze
elimina occhiaie e borse con bisturi e pinze.

Spruzzati una lozione per farti rassodare
inietta il silicone nella labbra per trasbordare
gonfia i tuoi seni, tira su le chiappe... rifatti a pennello,
asporta gli inestetismi dal tuo cervello.


Vaccinati presto ... non aver paura
fa l'aerosol per riscaldar la freddura
sciogli nell'acqua il nuovo effervescente
cura i tuoi malanni o di te non resta niente.


Basta! Basta ricette, basta ticket e dottori
ignora il loro verbo fa crescere i tuoi malumori.
Rifiuta medicine e i miracolosi preparati
che ti propinano ste multinazionali di assatanati.

Mangia normale, bevi tranquillo
farai pipì bionda e cacca a fusillo.
Non farti prendere per scemo buttale al cesso,
vivrai più sereno... e inizierai a curare te stesso.

giovedì 5 novembre 2009

COMponiMENTO



O storna, storna solitaria
come il passero ti butti
dalla Torre nell’aria
allontanandoti dai flutti.

La luna nel pozzo
con il gozzo basso
riflette da un pezzo
l’omicidio più lasso.

Piange un figlio e una madre
la cavalla che seco porta
un povero marito, un padre
che lento ritorna alla porta.

La paura degli schioppi
uno spavento malvagio
l’uccisore porta negli occhi,
in questo lesto rincasare adagio.

Un nome non sa fare
ma un volto ha visto
tra i pioppi vicino al mare
nitrisce al nome tristo.



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Di versa mente Pascoli. Poni e scomponi. Proponi e componi. Avvalla e cavalla. Accavalla e scavalla.

domenica 1 novembre 2009

CHE FIGURA



Il mio micio molto stìchico ha preso
un tropo che faceva
un gran chiasmo; sineddoche
da tmesi ha voluto che lo aspettassi
in punta di piedi, per due volte,
nella sua stanza.

L'altra volta c'era una strofa
che aspettando il suo maiale
molto tristico, fece una novena,
per farlo ritornare con la chiave.
Ma non ci fu verso
e mollò la presa.


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Il verso al verso.