martedì 28 febbraio 2012

Rispondere per le rime


Killer Tune - Art Print by  Enkel Dika



De Vulgare Eloquentia
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Tiè!





Dolce Stil Novo
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Ah ...mbè!



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martedì 21 febbraio 2012

FIBONACCI e altre conSEQUENZE




E a te che viene proporre espressamente, subparetimologizzando, ultrasuperidentificabilissimamente1
OmoProtoProTopoGlottoOmoFonoSobborgoColoLocorotondoLogo?2

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1Come Dante, nel suo “De Vulgare Eloquentia”, mi permetto parole con prefissi.
2Simile al primo sostituto del posto, studioso della lingua originaria e delle parole dai suoni simili, di un abitante esperto dei discorsi inerenti i sobborghi di Locorotondo.

In altre parole: a te glottologo nei pressi di Locorotondo che inventi lemmi superidentificabili e monovocalici lunghi una quaresima (da domani) cosa te ne viene proporre parole sub-paraetimologicamente popolari?


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L’altro ieri mi sono riavventurato nella spettacolare sequenza di Fibonacci e non avendo [sinonimo dialettale romano di “non son qui a vendervi questa cosa” > ma si accetta qualunque obolo(3)] altro a cui pensare e/o sgrugnare le meningi (era domenica pomeriggio inoltrato e avevo finito la mia dose quotidiana di domenica pomeriggio, mi avanzava solo una piccola parte di «è già mercoledì e io no») ho deciso di sfidare me medesimo, talmente tanto, che la mia testolina, propensa a sperimentare nuovi neologismi da piccolo Nomoteta del linguaggio, ha inziato ad abburattare tutta la farina a disposizione nel sacco (scroto escluso) per ottenere una polvere fine fine ... a che punto non lo so. 

Sistematica_mente, per via della predisposizione tassonomica (son una buona pastella d’uomo io e altrove son fusillanime, lo sapete), con siffatta farina, dato il periodo, ne ho fatto frappe. Oggi, anche se ho scritto questo post lunedì scorso, è martedì grasso e non serve aggiungere altro (solo che ricorre la migliore data palindroma possibile: 21-02-2012 = (21-II-12) = magia dei numeri), cioè non mi brigo di entrare in ulteriori quisquilie carnevalesche. Venendo al sodo, anzi al soldo, ho scoperto di essere un superbo frapperista (o frappista?... boh!) e per la prima volta in letteratura, con la sequenza numerica  ho iniziato ad impastare parole con i valori dei primi 10 numeri: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55  (= F10).

Mi spiego meglio: ho trovato una serie/frase di dieci parole, ognuna lunga quanto le lettere indicate nella sequenza. La cosa non è stata affatto semplice, ma conoscendomi, l’ho anche complicata un po'. La decima e ultima parola, lunga 55 caratteri, difficile da trovare in una lingua parlata e scritta (nel mondo terracqueo non ne ho trovato, o meglio, conosco solo “supercalifragilistichespiralidoso” che è di 33 lettere), ho dovuto inventarla, e non pago (ribadisco, non caccio un Euro -> giacché penuria pecunia), l’ho pure pensata monovocalica. Ho scelto tra le cinque vocali la tonda «O» (Giotto insegna), e da pugliese doc (1), l’unico posto (2) al mondo (2) con cinque «o» che mi è tornato in mente è stato Locorotondo (5). Una volta lì, parlare con l'esperto del posto è stato un gioco introspettivo (sic!).
Prosit!

Attualmente Wikipedia recita così:

Numeri Fibonacci e legami con altri settori

Chissà se un giorno qualcuno aggiungera alla voce “In letteratura”:

1 =
1 =
2 = te 
3 = che 
5 = viene 
8 = proporre 
13 = espressamente, 
21 = subparetimologizzando,
34 = ultrasuperidentificabilissimamente1  
55 = OmoProtoProTopoGlottoOmoFonoSobborgoColoLocorotondoLogo?2