martedì 2 giugno 2009

ROBETTA E GIUMEO


Quant’è soave la tua fragranza, mi prende, mi annienta,
mi addormenta, mi rende... umhh?! Hai cambiato profumo Amò?
L’odore è più acceso! Si insinua, è dappertutto, sembra un effluvio di rosa ... marcita, ... rosa, Rosa?!
«... ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo».
Ricordi?! I sublimi versi. I nostri. 
No! Non è una rosa! Il sentore continua. 
Stagna nelle mie narici, ne ho la testa invasa, sta in ogni cosa. Altro che fiori è fetore! 
Non possono essere i petali in fermento, questo lo sento, lo riconosco, l’olezzo è diverso. 
Fammi sentire meglio. Ancora. Non mi ero sbagliato, sa di marcio... sembra uovo. 
Che puzza è diventato. È un afrore forte.
Sembra una cozza andata a male, almeno così mi pare!
Mi sento mancare. Non avrai mica sganciato qualcosa?! 
Ma che dico? Scusami, scusami, sono dispiaciuto. Tramortito...
Scusa ancora! È che son pazzo, sì, son pazzo di te. 
Tu lì, distesa, ferma, inerme. Colpita da un sonno eterno, così immobile, greve.
No, aspetta, ti sei mossa! Un movimento breve. Forse vaneggio?!
Oddio è un verme... no, son tanti. Non ci posso credere.
Però guardando meglio non hai più una buona cera
tu sei, sei ..., io ... io oddio, come te un cadavere! Parlami ti prego,
fammi un segno, questa rigidità mi distrugge. Anzi ci sta trasformando.
Non è uno bello spettacolo quello che stiamo dando.
Quel liquido ...  amaro ... come il nostro amore,
mi sta annientando, anzi, sarebbe meglio dire: nauseando.
Tu, lì inamovibile, stesa al mio fianco, come me in perpetuo silenzio. 
Dio che brutto momento: è questa l’eternità?
La morte? L’immortalità?
Non sentire più nulla, né la tua voce soave, né i battiti del tuo cuore né le tue carezze,
i tuoi baci, i capricci, il tuo umore. No! Quello lo sento e se lo sento!
Certo lasciarci così insieme, vicini, uniti nella stessa posizione.
Dimmi, da quanto tempo siamo così stretti? ... mesi, anni ... secoli...
Mio Dio secoli!! Sarà per questo che siam per tutti «l’Amore eterno?!».
Ricordi la nostra passione, il nostro amore, e tutt’intorno l’inferno.
I dissapori, le liti tra le nostre famiglie, quanti inutili morti, inganni.
Per un nome ... che è ora il nostro buon nome?! Il nulla!
A cosa è servito il nostro amore, se i nostri casati non sono più niente.

Niente e nessuno più intorno, da allora siamo qui soli. Io e te,
immobili, isolati in questo freddo mondo, sordo, che non lascerà di noi
nessuna traccia, nessun ricordo. Il veleno che mi ha divorato
è come la lama che ti ha morso. Amore mio, mi senti? Ci sei?
Mi sa che sto di nuovo riparlando a vuoto. Tutto è finito, sono stanco
da tempo, non sento più neanche la mia faccia, l’anello al dito,
la tua mano stretta alla mia, il tuo dolce volto, il tuo fianco,
le tue labbra turgide, il tuo seno, i nostri corpi... Dio che scempio!
Siamo proprio a pezzi, le vene, la carne fremente, ... distrutte. 
Noi, la coppia piena di vita. Gli innamorati eterni. È tutto finito amore mio!
Dimenticati. L’amore indissolubile ci ha consumato in fretta,
senza pietà: Polvere siam e polver ...
Ehi! Ma che succede... che è questo frastuono, un momento, fermi!
Un po’ di rispetto. Lasciateci in pace. Allontanatevi con quelle scope,
via con quelle palette. Era per dire... siamo noi, non rammentate?!
Siam la Coppia perfetta, l’Amore puro, il Simbolo degli innamorati.
Ehi dico a voi. Smettetela di ripudiare, di ripulire qui intorno, vandali
non riuscirete a cancellare la nostra storia. Noi siamo immortali!
Le nostre gesta non potete rifarle, imitarle. 
Non potete sostituirci con i vostri amori banali, pieni di SMS, di stupidi
«TVTB», «Tu X me 6 CM il Sole Ke Brilla», ;-)), :->, cip-cip, gnè-gnè,
parlate solo con i lucchetti incatenati ai lampioni, ... a noi bastava
una treccia, un balcone, ... un coraggio che a voi manca.
Accidente a te Moccia e a quel «Tre metri sopra il cielo», 
hai rovinato generazioni, altro che passaggio di testimone. 
Grazie Shakespeare!
Il nostro amore resterà sempre eterno.
Via Mocciosi!
Noi siam «Romeo e Giulietta».

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