sabato 8 novembre 2014

Molly l’ancora signor Kurtz. Si viaggia!

Orrore. Vaneggi da ore nell’ombra e non riesci a mettere una virgola o un punto emergi e scompari senza far identificare il tuo respiro qui resti nelle tenebre dell’anima tramite l’io narrante abbracci un fiume di parole e il senso del viaggio fino alla fine del verso dove potrai sentire il petto tutto profumato sì e il cuore battere come impazzito e sì dissi sì voglio Sì e nonostante il flusso non ammetterai mai la tua presenza da viaggiatore nel racconto che ricomincia in una stazione ferroviaria della Compagnia, dove sbuffa nella notte d’inverno una locomotiva e uno sfiatare di stantuffo copre l’apertura del capitolo, una nuvola di fumo nasconde parte del primo capoverso. Lo so! Questo è un mostro letterario, una creatura che ti assomiglia. Sei arrivato fin qui ma non ti stai riconoscendo nel personaggio. Sa di testo intessuto di andirivieni, dove il flusso di coscienza entra in un viaggio circolare e la narrazione riprende dal punto di partenza. Poi ritorni, ti riconosci. Lo sento, stai per dire che tutto questo passaggio l’hai già letto. Tu lo credi lettore. Al tuo cuore non piace sentirsi immerso a lungo nella tenebra. Tuttavia ti porto ancora con me, questa volta ti faccio salire sul Nellie, una iole da crociera, e ti porto fino alla fine del mondo, dove non brilla mai il sole, altrimenti sapresti comprendere il valore del viaggio, la suprema consolazione di chi non può salvarsi, riconoscendo la malinconia dei piroscafi. E qui, una volta che ti ho portato, sussulteresti anche tu al sentirgli dire, due volte, un grido che non era più di un respiro. «L’Orrore! L’Orrore!» E fu tutto.


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Dal 22 febbraio 2014 mi sono messo a giocare con Diteci di oggi. 
Sopra il mio 26° contributo che non ha trovato spazio nella pagina 46 di Pagina99we. 
Qui lo schema e le regole del gioco lanciato da Antonella Sbrilli su Diconodioggi

Questa volta il gioco è particolare e per certi versi poco comprensibile, come poco comprensibile è il viaggio dell’essere lettore, una creatura che ama viaggiare tra le pagine e nei luoghi letterari. Ogni riga è un approdo, ogni capoverso è una stazione e ogni capitolo un porto per rifocillarsi e riprendere il lungo viaggio dell’anima. Un mostro che vive di brani, di frasi memorabili, di parole estreme. Un mostro capace di identificarsi in figure e personaggi diversi, che spazia in periodi e in stili differenti ma che in ognuna sa trovare il senso del divenire e dell’essere. 
In questo pezzo ho ridisegnato parole di Joyce (Molly nell’«Ulisse»), di Calvino (Il Lettore in «Se una notte d’inverno un viaggiatore»), di Flaubert (Frédéric in «L’educazione sentimentale») e di Conrad (Marlowe in «Cuore di tenebra») portando il cuore, in un viaggio estremo oltre le tenebre mostruose per scoprire che l’io narrante, altri non è che un lettore disattento, un personaggio dapprima donna e poi uomo che diventa man mano, un eterna essenza universale che approda nelle parole dei libri per riscoprire il gusto del viaggio interiore fino alla morte dell’anima. Un’Apocalisse che ti toglie il respiro, perché si scappa nella lettura ma dalla lettura non si scappa.

 

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