La primavera era iniziata ufficialmente
da due giorni ed io non la sentivo. Il primo giorno, e me ne rammarico, le
tenere primule restarono nel cono d’ombra fino alla caggia del sole. La
striminzita proda che arricciava il fossato esterno del chiostro di un verde
magro, cercava il conforto delle piccole propaggini di calore che l’equinozio
prometteva di accendere. Era carica di minuscoli occhi di civetta che
attendevano impazienti gli affettuosi buffetti dei raggi marzolini per
esplodere in variopinte corolle. Solo al secondo giorno, dopo il lento morire
dell’ultima rigida notte, un flebile raggio scarlatto riuscì a riverberare tra
le guglie picchiando su quelle minuscole pupille. Mille emozionanti effluvi
scampanarono i loro umori tutt’intorno. Sentinella della nuova stagione divenne
ancora una volta il campanile che, accorciando a mezzodì la sua ombra di netto,
fece vibrare, in un tepore cangiante, l’aria degli ultimi giorni d’ozio.
Qui lo schema e le regole del gioco lanciato nella settimana precedente
da Antonella Sbrilli su Dicono di oggi
Dal 22 febbraio mi sono messo a giocare con Dicono di oggi.
Questo è il quarto testo apparso sulla pagina 46 di Pagina99we
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