venerdì 8 ottobre 2010

CANTO PER UN SOGNO DISTANTE

Digital Art: Beethoven - Gilberto Viciedo

PAUSA DI SOGNO
L’ombra momento di calma, pausa incerta
ombra che corre lenta, chiazza che stagna...
Il sole sulla pelle arrossata
di un sogno assente su una lattina vuota
schiacciata dall’inerzia della calura.
        Svolazzare continuo
che accompagna la noia al piacere della lettura.
Il ricordo, un concerto di suoni confusi,
una sinfonia possente... ... per non aver visto 
        le orecchie per intendermi!


Il prediletto nel sordo richiamo tra la folla:
qualcuno mi ha toccato”.
È giù con una predica feroce. Che croce.
Oggi riusciamo ad udire per una manica...
in modo Corale. Grazie Carolina Unger
per aver allietato la sua morte silente, vissuta in miseria,
il malvagio lagno, la lingua appesa al ramo...
        È stato un sogno!


Ascolto e passo dal riposo alla calma
appeso agli alberi, in preghiera.
Pochi lo sanno eppure il sonno
aiuta a stare svegli.

2 commenti:

Lorenzo ha detto...

Con le orecchie si sente il rumore.
Con il cuore si sente la vita.

Ernest ha detto...

Bravo!