domenica 5 luglio 2009

INDUGIO CITTADINO



Scoprirsi per caso a mirar dalla rostra i passanti frettolosi
dai momenti inutili fermi paonazzi e in compulsione
davanti e dietro le vetrine. Un
defilèe spontaneo,
uno spettacolo indegno e allucinante... senza senso.

Un mendico dalla fede inconcussa, sdraiato dona ai fedeli
i suoi denti mancanti, scruta i baci al castone del cardinale
che esce con la confraternita in processione senza curia.
Gli assorti fumano quieti. Lui cencioso fa la veglia sul sagrato.

Assisi ai tavolini infilati sul catrame, altri beoti bevono
nei
flute freddi vinelli disciolti nel ghiaccio, tra mozzarelle
in carrozza e il tanfo afoso delle deiezioni da cavallo appallottolate
come polpette sull’asfalto. È ora di pranzo, poverelli han tanta fame!

Ridde zigzaganti sui marciapiedi. Uno struscio nevrotico
di gente con sguardi foschi dalla fregola indecente,
briciole per terra, poi un lampo scuro di cortine di colombi
rompono il frenulo della mia visione.

Colonne di auto in linea con il loro strombettare
nel romeaggio continuo che istupidisce fermo davanti ai semafori.
Il tutto un simulacro, un quadro sacro e dissacrante
tra l’incombenza della pastorale premura.

Il momento è solenne, un istante stenta in eterno
dalla mia finestra sulla città futura
che avanza ogni mattina apatica e spenta
da un
Cupolone in affanno verso il giorno che indugia maturo.

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