Dentro non era come fuori.
Tutta la facciata divenne una seducente ierofania, una voluminosa copertina, e forse
non era una coincidenza che vedevo solo io. Le due vetrine si specchiavano l’una
con l’altra come bandelle di una sovraccoperta; il pilastro centrale, simile a una
costola, tratteneva dentro di sé, ne ero certo, le pieghe dei quinterni e con
quel suo titolo che luccicava sbieco, mi indicava la presa, l’ingresso; il
numero civico era la data di pubblicazione. In testa mi apostrofava un’insegna
che nel garbuglio della fantasia divenne il nome dell’autore, mentre giù, accucciato
come un riverente zerbino, mi ammiccava il logo dell’editore. Mi avvicinai, posai
i piedi sul tappeto e mi ritrovai in un immenso e vorticoso buco nero. Una
volta dentro, ogni cosa mi travolse, le innumerevoli pagine del libro ideale che
la facciata nascondeva esplosero in uno sciame di scaffali. I capitoli echeggiarono
in tante suddivisioni di genere, gialli,
storia, fantascienza, poesia, … Ogni
ripiano, ricolmo di libri, sembrava una fila di mirmidoni, parole allineate e
inframezzate da virgole e punti che altro non era che cibo per la mente. Tutto,
ancora adesso, mi risuona come un libro.
Diconodioggi e Pagina99we - 4 ottobre 2014
Foto di Pagina99we (Anno 1 N. 62 - 4-10 ottobre 2014) |
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foto di @atrapurpurea |
Qui lo schema e le regole del gioco lanciato nella settimana precedente
da Antonella Sbrilli su Diconodioggi
Dal 22 febbraio 2014 mi sono messo a giocare con Diteci di oggi.
Sopra il mio 23° contributo apparso sulla pagina 46 di Pagina99we.
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