sabato 4 settembre 2010

ULTIMO CANTO

La musica è calore, la musica scalda gli animi, la musica esalta  ...

Il sussulto del bel giorno immediato
rapisce d'un colpo la piaga inferta
dal triste arpeggio antico ... che dìtao
su per la cetra.

L'esulto del bell'oggi, vi ritrae
l'eterno rimpianto e muto notai
la ferma solitudine saltare
con dei boati.




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Strofe tetrastiche: saffica minore (3 endecasillabi + 1 adonio)

Rima alternata
ABAB e ribaltata all'interno:

iato - itao
trae - tare
erta - etra
otai - oati



Parafrasi semiseria dell'«ULTIMO CANTO» 

Faccio un sunto delle strofe: «Mela canto e mela sono, ma dal botto salvo solo l'osso sacro». 

Coccige, ergo sum (penso, quindi suono). Infatti, sono saltato in aria perché lo strumento non mi ha accompagnato. Ho scambiato la fisarmonica con la cetra e ar peggio non c'è stato rimedio. Mi sono fatto la bua (forse da qui: boati. Per correttezza riporto che l'etimo rimanda al rimbombante e roboante muggire e da qui a buoi: t'amo oppio bove).

A molti di voi, in quest'ultimo mio canto [intendesi viaggio, odissea = udire+ossea (ascoltare rumori di osso sacro)], assomiglierò più ad Orfeo sulla nave degli Argonauti (che se la canta a squarciagola) che ad Ulisse (ulisse o' cielo), benché quest'ultimo escogiti (Argo sum) il modo di farsi legare e di tapparsi le orecchie con la ce(t)ra per non sentire il canto/suono delle sirene.

Io non ci suono riuscito. Da buon pugliese (Magna Grecia) ho scambiato lo strumento musicale in preda alla mia secolare solitudine, e solo contro la sorte avversa, divorato dalla nostalgia (Nostoi) della propria patria (Itaca = ita accà = venite qua), sono esultato in aria (= canto).


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Considerazione seria dell'«ULTIMO CANTO»

In rete ho trovato solo questi due esempi di strofe saffiche in lingua italiana:

 

« Corron tra ’l Celio fosche e l’Aventino
Le nubi: il vento dal pian tristo move
Umido: in fondo stanno i monti albani
Bianchi di neve. »

(G. Carducci - Dinanzi alle terme di Caracalla, vv. 1-4, in Tutte le poesie: 451)

  1. Novembre (Giovanni Pascoli)
    Gemmea l'aria, il sole così chiaro
    che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
    e del prunalbo l'odorino amaro
    senti nel cuore...
Certo i due grandi poeti italiani sono l'apoteosi del canto saffico (metrica barbara) ... ma anche i miei pregiati versi, resi ancor più complicati dalla particolare rima, spero mantengano alta la buona tradizione poetica. Non me ne vogliano i puristi della metrica classica. 

3 commenti:

Lorenzo ha detto...

A noi la metrica ci fa un baffo.

Ernest ha detto...

Ottimo!!!

Unknown ha detto...

sei un mito!