Muti e con il respiro sospeso stavano
accogliendo benevolmente l’allure che precedeva l’ultimo cavaliere arrivato in
città. Il suo lento incedere sotto gli infuocati raggi che abbacinavano l’aurea
corazza nell’immenso vasto aprico a chianche leccesi, divenne trionfante man
mano che iniziò a percorrere le vie interne dalla Porta d’Oriente. Fu a tutti evidente che si aggiungeva a loro un
forestiero di grande valore. Ai suoi occhi impavidi, rinfrancati da tanta
accoglienza, la città apparve prospera, opulenta, aperta, franca, pronta
a istituire in suo onore soterie e soiree danzanti. Ai loro, invece, corrosi da
sopita acquiescenza mista ad antica ostinazione, fu evidente che quel
condottiero pervaso da grande fascino, da lì a poco, li avrebbe liberati dalla
serpeggiante e selvaggia malvivenza che stava incancrenendo l’estrema cintura dei bassifondi del borgo idruntino. Zone
inavvicinabili. Un intricato viluppo di
viuzze e tuguri, un labirinto di budelli bui tenuti stretti da putridi abituri.
Angiporti infestati da criminali e miserabili, preda di vizi e aspre contese, che
dominano la parte più ignobile e malfamata della città, quella ormai prossima a loro, non più limitrofa,
l’impenetrabile suburra. I due volti della stessa città.
Franco
Chirico
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Diconodioggi e Pagina99we - 2 agosto 2014
Qui lo schema e le regole del gioco lanciato nella settimana precedente
da Antonella Sbrilli su Diconodioggi
Dal 22 febbraio 2014 mi sono messo a giocare con Diteci di oggi.
Sopra il mio diciannovesimo contributo apparso sulla pagina 46 di Pagina99we.
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È probabile che la pavimentazione a chianche non fosse presente intorno al 1200, e che la sistemazione non fosse così vasta come l’attuale (ben visibile dalle registrazioni su Google Maps). A me è servita per rendere ancor più accogliente il centro di Otranto e con esso la parte valorosa e cristiana della cittadina. Di certo, ogni grande città nasconde, ai trionfanti e vincitori, il lato oscuro e meno nobile dei propri bassi istinti. Un grumo di cellule malate che vanno estirpate per non far incancrenire quelle sane.
Resta un dubbio, quelle sane sono solo quelle che saltano sul carro, o cavallo, del vincitore, di turno?
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